Carte e Ceramiche di Canevari, Cerone, Fontana, Pizzi Cannella
Inaugura sabato 8 aprile 2017 alle ore 12.00 alla galleria Bibo’s Place a Todi la mostra Leggere come gli uccelli e non come le piume. Carte e Ceramiche di Canevari, Cerone, Fontana, Pizzi Cannella.
Alla base di questo progetto, che riunisce opere su carta e in ceramica di Paolo Canevari, Giacinto Cerone, Lucio Fontana, Piero Pizzi Cannella, l’idea e la sensazione di esilità e leggerezza che questi materiali suscitano in chi li guarda: parafrasando un verso di Paul Valéry, essi non sono esili come le piume, ma leggeri come gli uccelli.
Le opere su carta nascono nell’immediatezza e nella velocità di esecuzione, mantenendo un rapporto di profonda intimità con l’artista. Allo stesso modo la duttilità della ceramica, il suo essere modellata con destrezza, ci riporta con la mente al preciso momento della creazione dell’opera restituendoci l’universo visivo di chi l’ha realizzata.
L’esilità apparente che cela profondità del pensiero è il filo conduttore che lega gli oltre cinquanta pezzi presentati in questa occasione.
Oltre a quattro ceramiche realizzate presso le manifatture di Deruta in occasione della mostra, Paolo Canevari presenta una recente serie di opere su carta che apre una via nuova rispetto al suo lavoro precedente, volgendo lo sguardo all’Astrattismo Storico, ma declinandolo in modo inatteso e sorprendente.
Le carte di Giacinto Cerone conservano la memoria del suo essere scultore, sempre a metà strada tra la pastosità dell’Informale e il rigore del Concettuale, nella continua tensione fra questi due poli esse diventano monumentali senza perdere in leggerezza. In mostra ceramiche prodotte a Faenza nella storica ditta Gatti e importanti carte provenienti dall’Archivio dell’artista.
Le opere di Lucio Fontana ripercorrono la sua ricerca in un susseguirsi di infatuazioni per le costruzioni spaziali. A partire da una carta del 1938 ancora legata al realismo iniziale, passando attraverso i primi esperimenti di Spazialismo della fine degli anni Quaranta, fino ad arrivare al dirompente Concetto Spaziale del 1959.
Per Piero Pizzi Cannella la pittura è un esercizio poetico di conoscenza in bilico fra l’eredità dell’antico e l’attitudine esistenziale. Le opere esposte, che siano le ceramiche, anch’esse realizzate a Faenza alla manifattura Gatti, o le grandi carte, si dichiarano quindi sempre come pitture.
Questi artisti appartengono a generazioni differenti e ciò si innesta a pieno titolo nella abituale linea curatoriale di Bibo’s Place, basata sul confronto generazionale, sul convincimento che tra una generazione e l’altra esista sempre una qualche linea di continuità storica.